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LA SPOSA BAMBINA di Khadija Al Salami

sposa-bambina1Al di là che piaccia oppure no, con il giudizio a riguardo lasciato al gusto personale di chi avrà o ha già avuto modo di vedere il film, La sposa bambina di Khadija Al Salami può contare su due importanti ingredienti che ne arricchiscono la ricetta cinematografica, attirando sul progetto le attenzioni tanto degli addetti ai lavori quanto degli spettatori comuni. Da una parte il fatto che a firmare la pellicola sia stata la prima regista e produttrice yemenita nella storia della Settima Arte, dall’altra la presenza di una protagonista anch’essa passata – suo malgrado – alle cronache per essere stata la sposa più giovane ad aver convolato a nozze a soli dieci anni, riuscendo grazie al suo coraggio ad ottenere il divorzio da quell’uomo di vent’anni più grande che la sua famiglia le aveva imposto. Il suo nome è Nojoom e la pellicola è la cronaca più o meno romanzata della sua odissea umana e giudiziaria, che l’ha vista al centro di una serie di spregevoli violenze fisiche e psicologiche che l’hanno privata dell’innocenza infantile.

Cronaca, questa, che prima di diventare un’opera per il grande schermo è transitata sulle pagine di un libro dal titolo “I am Nujood, age 10 and divorced“, scritto a quattro mani da Nojoud Ali e dalla giornalista Delphine Minoui. Probabilmente, la combinazione dei suddetti fattori ha contribuito a intenerire il cuore dei fruitori di turno, spianando la strada al film nell’ambito del circuito festivaliero internazionale, dove ha raccolto numerosi consensi e altrettanti riconoscimenti [tra cui il Premio Best Fiction al Dubai Film Festival].

sposa-bambina4Di conseguenza, l’aver scaldato i cuori e inumidito le guance degli spettatori ha, mediaticamente parlando, messo in luce i punti forti e i meriti dell’opera, abbastanza da distrarre da quelli che sono invece i non pochi punti deboli presenti a macchia d’olio nella timeline. Meriti e demeriti che, in egual misura, potranno apparire cristallini agli occhi di coloro che sapranno guardare con la giusta distanza il film, ora che questo farà la sua comparsa nelle sale nostrane a partire dal 12 maggio grazie alla Barter Entertainment, non prima di aver chiuso la prima edizione del Festival dei diritti umani di Milano.

La sposa bambina è un dramma estremamente realistico, caratteristica che le viene direttamente dal fatto di aver tratto la propria linfa drammaturgica e narrativa da una storia vera, a sua volta raccontata in precedenza sulle pagine di un romanzo. Ciò ha permesso a Khadija Al Salami di realizzare una trasposizione veritiera e onesta, che ha finito inevitabilmente con il fare breccia tra le difese immunitarie dello spettatore, anche quello più arcigno e gelido. La storia al centro del film e con essa tutto quello che la giovanissima protagonista [e tante altre come lei.] ha dovuto subire non può lasciare indifferenti.

sposa-bambina3L’accendere i riflettori su una pratica arcaica e brutale come quella dei matrimoni infantili, così ancora largamente diffusa nello Yemen, come in tanti altri Paesi del mondo, è il grande merito che va riconosciuto al film e a colei che lo ha portato sul grande schermo. Raccontare la storia della piccola Nojoom, il suo coraggio nel volersi ribellare alle tradizioni locali [sotto altre forme torna alla mente quello dimostrato da Malala], è quanto di più significativo si possa fare per impedire che certe assurde pratiche continuino ad esistere. In tal senso, La sposa bambina acquista un’importanza ancora più grande, trasformandosi in un vero e proprio grido rivolto all’opinione pubblica; un grido di condanna nei confronti del matrimonio infantile [tornano alla mente anche Difret e Mustang], ma anche un modo per ricordare tutte quelle bambine che ogni anno muoiono a causa di emorragia interna a seguito di un rapporto sessuale precoce. Nojoom è stata più fortunata di moltissime sue coetanee, riuscendo a fuggire dalla sua famiglia, a frequentare la scuola e ad ottenere – la più giovane al mondo – il divorzio.

sposa-bambina2La regista yemenita ci ha messo tutto il cuore nel raccontare questa assurda vicenda, senza risparmiare allo spettatore anche i suoi passaggi più duri e crudi [la prima notte di nozze]. La partecipazione e le emozioni traspaiono tutte, ma in più di un’occasione gli eccessivi afflati finiscono con il caricare troppo delle scene già di per sé drammatiche. L’uso eccessivo della musica, la recitazione troppo enfatica e certi accenti nell’impianto dialogico, infatti, non fanno altro che gonfiare ulteriormente situazioni e fasi del racconto che non ne avevano alcun bisogno, poiché già empaticamente coinvolgenti. Questa necessità continua di alzare l’asticella delle emozioni finisce con il togliere intensità e forza alla storia, ai personaggi e alle loro azioni. Un gran peccato, perché La sposa bambina non aveva assolutamente bisogno di niente di tutto questo.

Francesco Del Grosso

LA SPOSA BAMBINA

3 Teschi

Regia: Khadija Al Salami

Con: Reham Mohammed, Rana Mohammed, Ibrahim Al Ashmori, Naziha Alansi, Husam Alshiabali, Adnan Alkhader, Samaa Alhamdani

Uscita in sala in Italia: giovedì 12 maggio 2016

Sceneggiatura: Khadija Al Salami, Delphine Minoui

Prodotto da: Hoopoe Film

Distribuzione: Barter Entertainment

Anno: 2016

Durata: 99′

InGenere Cinema

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