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WILLOW CREEK di Bobcat Goldthwait

willow_creek_1Ciò che maggiormente distingue l’essere umano dagli altri esseri viventi appartenenti al regno animale, è l’inestinguibile sete di cognizione circa il mondo che lo circonda. Tuttavia, essendo i suoi sensi ben delimitati [quanto l’intelligenza], la natura lo ha fornito di un dono secondario che potesse supplire alla sua immane ignoranza filogenetica: la fantasia.

E così, quando un disinteressato cowboy vide un coniglio ripieno di protuberanze causate dal papilloma virus, anziché porsi un paio di buone domande, pensò bene di inventarsi il jackalope, premiando la propria originale scoperta con abbondante whisky fatto in casa.

Per quanto riguarda il bigfoot, nato secondo alcuni dalla necessità intrinseca nell’uomo di un punto d’incontro fra uomo moderno e le sue origini animali, risulta essere una creatura presente nei miti di popoli fra loro parecchio remoti; che lo si chiami yeti, almas oppure windigo, attorno a questa improbabile forma di vita si è creato un alone di vera e propria leggenda.

Il film in questione, concentra la sua attenzione sul famigerato caso “Patterson-Gimlin”, due esploratori che casualmente ebbero la fortuna di incontrare e riprendere un esemplare di bigfoot in fuga dalle loro brutte facce.

willow_creek_2La pellicola qui recensita fa parte della tipologia found footage; lo spettatore avrà la “fortuna” di poter visionare le riprese recuperate nei boschi in seguito alla scomparsa dei due protagonisti, rispettivamente un fissato del caso bigfoot alla costante ricerca di approvazione e la sua ragazza, convinta si tratti soltanto di mistificazione.

Nella prima parte del film viene presentato il quadro della commercializzazione presente attorno a questo antica leggenda, ambientata in un paese radicato nella macchia, con sequenze ed interviste dal contenuto nozionistico, per poi spostarci nelle splendide foreste del Canada, dove i due fidanzatini troveranno le risposte che tanto cercavano. Il tutto verrà farcito con bisticci di coppia e classici problemi di comunicazione presenti fra chi viene da Venere e chi invece da Marte.

willow_creek_3La pellicola nel complesso è guardabile: all’interno troveranno spazio la solita carrellata di villici moralizzatori, intenzionati a dissuadere i due piccioncini curiosi, immersi a loro volta in ambientazioni tali da destare stupore ed invidia per l’introvabile scimmione, di casa in quest’incantevole paradiso. Ad un occhio veterano, l’intera produzione risulterà una copia 1:0,9 dell’illustre The Blair Witch Project; due scene fra tutte appaiono scopiazzate in modo plateale, l’interno della tenda in piena notte, portatrice di fama nel titolo originale, qui resa in modo patetico e prolisso, infine il finale, con l’unica differenza nel soggetto inquadrato [a questo proposito, per averne una piena interpretazione, è necessario osserviate la scatola del latte ripresa durante le interviste in paese]. Altri lati negativi risultano quasi divertenti: i due attori appaiono statici e poco professionali, il ragazzo cambierà espressione soltanto nei momenti “Lo avevo detto io! Dammi la tua approvazione, baby!”; i bigfoot coprono la distanza che li separa urlando, una scelta atta a creare tensione nello spettatore; tuttavia a lungo andare sembrerà sia loro caduto un tronco da due quintali sul piede, trasformandoli in una sorta di sirena pelosa.

willow_creek_4Dopo i vocalizzi, spesso li si udrà piangere, opteremmo faccia un male boia! Ultimo dettaglio, a favore della tesi sull’intelligenza umana con cui abbiamo aperto la recensione, il fatto che i giovani si avventurino nell’impervia selva canadesi senza GPS, mappe o altri sistemi di orientamento. Vale la pena vederlo, soprattutto se non avete avuto l’onore di ammirare la pellicola sulla strega di Blair, visto e considerato che, al pari del suo predecessore, anche questo film è realizzato in modo del tutto indipendente con un budget ai minimi storici.

Giuseppe Samuele Costantino

WILLOW CREEK

2.5 Teschi

Regia: Bobcat Goldthwait

Con: Alexie Gilmore, Bryce Johnson

Uscita in sala in Italia: /

Sceneggiatura: Bobcat Goldthwait

Produzione: Aimee Pierson, Bryce Johnson

Distribuzione: Dark Sky Films [USA]

Anno: 2013

Durata: 85 min.

InGenere Cinema

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