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POE – PROJECT OF EVIL di AAVV

poe2bdvdNel 2011 prendeva vita il progetto P.O.E. Poetry of Eerie, lungometraggio indipendente formato da tredici corti diretti da giovani promesse del panorama horror nostrano, che rivisitavano alcune tra le più celebri opere del poeta e scrittore Edgar Allan Poe. L’esito soddisfacente del progetto ha incoraggiato una nuova raccolta di corti, composta questa volta da sette episodi, ma sempre ispirati ai racconti del divino Edgar e ancora una volta firmati da alcuni fra i più affermati registi dell’horror undeground.

Il primo episodio, The pit and the pendulum [Il pozzo e il pendolo] di Donatello Della Pepa, ci presenta un uomo da solo in quella che presumiamo essere una stanza; totalmente bianca. Il non-colore nega gli spazi e genera un non-luogo claustrofobico. Un pendolo invisibile martella il tempo, unica percezione, ossessiva e angosciante. Non c’è via d’uscita, anche perché qualcuno sta monitorando scientificamente la sua clausura orrorifica.

L’abisso della sua paura si concretizza in  un buco nero sul pavimento, da cui fuoriesce una mostruosa creatura. Ispirato ad uno dei più celebri racconti di Poe [già oggetto di svariate trasposizioni cinematografiche], si tratta di un lavoro  ragionato e stilisticamente valido, con una bella fotografia e ottimi effetti di make-up curati da Luigi D’Andrea [che ha ideato anche la creatura finale]. Il protagonista Cristiano Morroni se la cava più che discretamente, aiutato da un solido script non privo di interessanti guizzi narrativi. Unico neo la resa visiva del pozzo, a dire il vero piuttosto grossolana.

projectofevil3Il secondo episodio è Alone [Solo], di Angelo & Giuseppe Capasso. Un uomo si ritrova legato ad una sedia nello scantinato della fabbrica di cui è il padrone. Il sequestratore è uno dei suoi dipendenti, vittima dell’umiliazione di un nomignolo irrisorio affibbiatogli, ulcerata fino al parossismo del suo rigurgito violento. Muovendo da dinamiche psicologiche fantozziane e procedendo per ammiccamenti ai cani di paglia, un’altra confezione formale convincente che spesso, però, si risolve i dialoghi prolissi e didascalici, accompagnati da una recitazione sopra le righe che rende difficile l’empatia verso i personaggi. Negli ultimi minuti la storia si riprende, con un climax accompagnato da ottimi effetti splatter, fino ad un finale beffardo ma piuttosto telefonato.

Il terzo episodio è Loss of breath [Perdita di fiato] di Edo Tagliavini. Un pornodivo, prigioniero ghettizzato della sua carriera nel cinema hard, rischia di non avere un ruolo normale a cui aspirava. L’uomo, durante una delle sue performances sul set, sotto un telo di plastica che sa di prigione attoriale, perde improvvisamente il respiro [espressivo?] e la parola. Da lì la sua situazione precipita, degenerando in una carneficina ultragore. L’aspetto stilistico del corto è quantomeno curioso: uso costante del bianco e nero [tranne pochi dettagli a colori] e didascalie [in stile cinema muto] al posto dei dialoghi. Protagonista è un divertente [e probabilmente divertito] Francesco Malcom [che, come risaputo, attore porno lo è stato davvero], ormai volto ricorrente nelle produzioni horror indipendenti. La regia è il montaggio contribuiscono a creare un’atmosfera grottesca e opprimente al tempo stesso, che si mantiene per tutta la durata. Il finale, grazie anche agli ottimi effetti speciali di Tiziano Martella, trasforma il tutto in una spassosissima mattanza.

projectofevil5Il quarto episodio è Morgue Street [I delitti della Rue Morgue] di Alberto Viavattene. Un uomo si trastulla in un amplesso a tre con due prostitute, madre e figlia, poi le paga ed esce dalla loro casa. Le donne rimangono sole e, mentre la figlia vomita in bagno dopo essersi iniettata una dose di eroina, la madre viene aggredita e stuprata da un bestione con fattezze scimmiesche. Toccherà anche all’altra la medesima sorte. Con una regia e una fotografia lodevolissime, il corto è senza dubbio affascinante dal punto di vista visivo, ma per il resto una costante ricerca dello shock a tutti i costi e poco altro.

Il quinto episodio è The tell tale heart [Il cuore rivelatore] di Nathan Nicholovitch. L’azione si svolge in Cambogia: è la lvicenda drammatica di un uomo e della sua metamorfosi sessuale. Annichilito inizialmente fino al barbonaggio, si riaza lentamente per compiere la mutazione, tormentato strazio oscillante fra sodomie omicide e autoflagellazioni punitive. Quasi privo di dialoghi, è un corto di difficile lettura; la raffinatezza delle immagini e la potenza del concept alla base sono comunque innegabili.

Il sesto episodio è The system of Dr. Tarr e Prof. Fether [Il metodo del Dr. Catrame e Prof. Piuma] di Domiziano Cristopharo. Albania, 1977: è nientemeno che Edgar Allan Poe a bussare alla porta di una strana clinica psichiatrica, dove viene accolto da un giovane elegante. I due iniziano a discutere dell’innovativo metodo di cura dei due Dottori, basato sull’accondiscendenza alle nevrosi dei pazienti. Introdotto dall’alterazione di un vino dai simbolici effetti collaterali, arriva il punto di domanda in salsa shocking su cui ci lascia sospesi il corto: l’instabilità del confine tra follia e sanità mentale. Girato in un suggestivo bianco e nero, è probabilmente il fiore all’occhiello dell’intero progetto. Buona la recitazione di tutti gli interpreti, ottima la sceneggiatura [condita con alcuni dialoghi particolarmente brillanti] e azzeccata l’ambientazione. Al resto ci pensa una regia fluida e mai banale.

projectofevil4Il settimo e ultimo episodio, The premature burial [La sepoltura prematura] di Giuliano Giacomelli, ha per protagonista un uomo che si ritrova sepolto vivo in una bara. Ha con sé un accendino zippo e una foto in cui compare con una donna. Cercherà con le proprie forze una via di fuga. L’assunto di partenza è visto e stravisto [il racconto da cui prende ispirazione è infatti uno dei più celebrati di Poe] e la sceneggiatura piuttosto piatta. Apprezzabile comunque l’atmosfera creata nella parte finale, che omaggia apertamente [anche nella colonna sonora] il capolavoro fulciano L’Aldilà.

Come si può intuire, i vari corti non sono legati da nessun filo conduttore [tranne la provenienza letteraria] e, a conti fatti, abbiamo un prodotto composto da episodi di disuguale efficacia [come del resto è normale che sia]. In ogni caso, si tratta di un’operazione da promuovere, che ha il pregio di rielaborare la materia narrativa con stili diversi ma ognuno dotato di una propria personalità, mantenendo un bilancio qualitativo complessivamente positivo.

Ottima l’edizione home video internazionale, distribuita dalla Illusion UNLTD, che già si presenta alla grande con un’edizione cartonata, ad edizione limitata Collector’s Edition a due dischi [uno DVD e uno Blu-Ray], che oltre al lungometraggio ad episodi contiene tra gli extra la versione originale e quella alternativa del trailer [nella lavorazione originale e in tedesco] e due cortometraggi: Black Cat, un lavoro in animazione scritto e diretto da Riccardo Antonino e Andrea Este, e Imago Vocis di Tiziano Cella.

All’interno della confezione cartonata anche un booklet contente la versione tedesca dei racconti rielaborati in video all’interno del lungo.

Lorenzo Paviano

Riccardo De Flaviis

P.O.E. – PROJECT OF EVIL

Voto film: 

3 Teschi

Voto DVD / Blu-Ray:

4.5disc copy

Regia: Donatello Della Pepa, Angelo & Giuseppe Capasso, Edo Tagliavini, Alberto Viavattene, Nathan Nicholovitch, Domiziano Cristopharo, Giuliano Giacomelli

Con: Cristiano Morroni, Dario Biancone, Angelo Campus, Santa De Santis, Francesco Malcom, Alessandro Valori, Alessandro Rella, Paolo Ricci, Federica Tommasi, Désirée Giorgetti, Mario Cellini, Roberto Nali, Dario Biancone, Virgilio Olivari, Claudio Zanelli, Lucio Zannella

Durata: 95’

Formato: Blu-Ray – 1080p/24; DVD – 16:9 anamorph

Audio:  Tedesco Dolby Digital 2.0/5.1; Inglese Dolby Digital 2.0

Distribuzione:  Illusions UNLTD [www.illusions.at]

Anno: 2012

Extra: due cortometraggi [Black Cat, Imago Vocis]; trailers; Booklet

Trailer:

InGenere Cinema

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