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TABU’ di Friedrich Wilhelm Murnau

tabu2Con Friedrich Wilhelm Murnau siamo probabilmente di fronte al regista più influente della cinematografia tedesca di tutti i tempi. All’inizio degli anni ’20 si affermò come uno dei maestri dell’avanguardia espressionista e arrivò ad attirare l’attenzione delle principali Major statunitensi, fino ad iniziare una collaborazione sotto le dipendenze della prestigiosa 20th Century Fox.

Dopo una serie di contrasti con la stessa casa di produzione, nel ‘29 decise di rescindere il suo contratto ed iniziò a progettare in prima persona quella che sarebbe diventata una delle più folli avventure della storia del cinema.

Accompagnato dal più famoso documentarista dell’epoca, Robert Flaherty [che aveva firmato la regia del pluricelebrato L’uomo di Aran], partì infatti alla volta dell’isola di Bora Bora, in Polinesia. Obiettivo: realizzare un prodotto in completa autonomia e indipendenza, lontano dalle imposizioni del regime hollywoodiano.

tabu3A riprova di ciò la scelta di girare una pellicola totalmente muta, nonostante il sonoro avesse già fatto la sua comparsa quattro anni prima. Partendo da uno script firmato da entrambi, la coppia di cineasti intendeva mettere in piedi un progetto che ha dell’assurdo: trasformare un’isola tropicale in un set cinematografico e utilizzare come attori gli abitanti del posto [impresa che, per certi versi, verrà eguagliata solo da Visconti con il suo La terra trema, dove il regista applicò lo stesso concetto all’interno della cittadina di Aci Trezza].

Presto, però, i punti di vista dei due autori finirono per diventare inconciliabili [da un lato l’interesse documentaristico, dall’altro il cupo e malinconico romanticismo di un regista estremamente narrativo], così Flaherty abbandonò le riprese, lasciando al collega le redini dell’intero progetto.

Il film si divide in due parti, ognuna con un proprio titolo: Das Paradies [Il Paradiso] e Das Verloreme Paradies [Il Paradiso Perduto]. Seguiamo la vicenda di Reri, la più bella ragazza dell’isola, scelta per essere sacrificata alla divinità locale. Per questo motivo dovrà restare vergine [dunque tabù]. Matahi, un giovane follemente innamorato di lei, la raggiunge mentre sta per essere trasportata sulla nave del sacerdote Hitu e i due fuggono in un’altra isola. Lui diventa il più abile pescatore di perle del posto e adesso sembrano una coppia felice.

tabu4Fino a quando non fa di nuovo la sua comparsa il sacerdote, che rapisce Reri obbligando Matahi ad un disperato inseguimento a nuoto, culminante con la morte del giovane. Stabilendo un perfetto connubio tra documentario e dramma sentimentale, Murnau concepisce uno dei massimi capolavori della cinematografia mondiale, una sorta di favola nera sul connubio amore/morte, incentrata sull’impossibilità dell’unione tra i due amanti.

Negli Stati Uniti la pellicola venne [ovviamente] censurata per la presenza di numerose scene in cui vediamo le donne dell’isola a seno scoperto. Siamo nel 1931 e si trattava del primo caso di questo tipo nel mondo del cinema. In ogni caso, fu probabilmente lo spirito quasi anarchico dell’intero progetto che risultò inaccettabile agli occhi di Hollywood. Premio Oscar alla fotografia di  Floyd Crosby e dello stesso Robert Flaherty [non accreditato].

Lorenzo Paviano

TABU’

5 Teschi

Regia: Friedrich Wilhelm Murnau

Con: Anne Chevalier, Matahi, Hitu, Jules, Ah Fong

Sceneggiatura: Friedrich Wilhelm Murnau, Robert Flaherty, Edgar G. Ulmer

Produzione: Murnau-Flaherty Production

Distribuzione: CG Home Video

Anno: 1931

Durata: 81′

InGenere Cinema

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