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THE ROCKY HORROR PICTURE FAN SHOW di The Sweet Transvenstites

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Il secondo appuntamento di Aspettando il Fantafestival ha visto atterrare, all’interno del Nuovo Cinema Aquila di Roma, la più attiva delle tre location della XXXIa edizione, nientemeno che il castello-astronave dei transilvani del The Rocky Horror Picture Show [Jim Sharman, 1975]. Riallacciandosi alle chiassose tradizioni da midnight movie statunitensi, e facendo eco a prove di importazione già germogliate a Milano, la compagnia amatoriale The Sweet Transvenstites [e già il nome è un programma] ha proposto ad un pubblico di nottambuli una visione molto particolare del film di Sharman. I giovani attori del gruppo, agghindati di tutto punto per assomigliare, a volte in maniera estremamente accentuata, al dottor Frank-N-Furter, Riff Raff, Magenta e gli altri protagonisti del film tratto dal musical teatrale omonimo di Richard O’Brien, hanno rielaborato e rimesso in scena la storia, proprio sotto lo schermo e in un dichiaratissimo playback, azionando un singolare senso di sdoppiamento dell’immagine, un riflesso che più che emulare lavorava in controtempo, aggiungeva corpi veri a corpi filmici, transilvani in salsa romanesca a quelli veri.

I The Sweet Transvenstites, armati di autoironia e voglia di divertirsi, hanno da subito messo in mostra le carte in tavola: tutti i presenti in sala [attori, spettatori o staff del cinema, nessuno è stato esentato] avrebbero dovuto partecipare il più attivamente possibile all’atto feticistico, abbandonandosi con disinvoltura ad un sabbatico Time Warp collettivo; ogni protagonista del film sarebbe stato associato ad una frase [o ad un verso] da urlare a squarciagola e, ovviamente, ogni frase, insulto o oscenità, riferita ai transilvani in sala o a quelli sullo schermo, sarebbe stata permessa.

Il pubblico ha ceduto alle lusinghe dei The Sweet Transvenstites mentre Janet Weiss [Susan Sarandon] e Brad Majors [Barry Bostwick] cadevano nei giochi sessuali di Frank-N-Furter [Tim Curry]. Lo spirito era di certo il più goliardico possibile, difficile non ricordare atmosfere di “antichi” Fantafestival di cui, per motivi anagrafici, raccogliamo solo testimonianze orali, dove il pubblico era chiamato ad intervenire attivamente, in un confronto diretto [e spesso sgrammaticato] con film e autori.

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Leggiamo la scelta della direzione artistica di inserire la proiezione/messa in scena di The Rocky Horror Picture Show come un omaggio ad una tradizione affievolita, ma ancora in vita, oltre che a un dovuto omaggio al film culto e alla giusta santificazione di uno spirito festoso, proprio di una serata “di vigilia” ancor più che di un festival.

Merita maggiori precisazioni il fatto che, come già sottolineato nel titolo, i The Sweet Transvenstites non si arrogano il ruolo di professionisti dello spettacolo, ma la giocosità e la libertà del fan.

Lo spettacolo, con la sua imprecisione coatta, la libera reinterpretazione di situazioni e l’assoluta dimestichezza con i ruoli [figlia di una sicurezza che solo la maniacalità di un fan può dare alla luce], era quanto di più lontano ci sia da una performance teatrale. Forse per questo riusciva a trascinare il pubblico nel carnevale cinematografico, in uno scherzo orchestrato che aveva modo di funzionare solo se alla finzione dei giovani attori si fosse aggiunta la scanzonata risposta di una folta platea.

Qualunque sia stata la formula, l’esperimento è riuscito, e nella colorata esibizione in playback riusciva a rivivere tutto il senso trash&pop del The Rocky Horror Picture Show.

Sarebbe da pensare alla possibile riproposizione, di altri eventi-fan, all’interno di future edizioni.

Luca Ruocco

 

The Rocky Horror Picture Show, il trailer:

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